La connessione con Padre Pio


Tra Don Rodolfo e Padre Pio intercorreva un rapporto, le cui tracce ricorrono in più modalità, esemplari a tal proposito sono diverse testimonianze.

In più occasioni validamente attestate, infatti, don Rodolfo figura in un’intima connessione – fino alla condizione di alter ego – con Padre Pio da Pietrelcina (1887-1968), il frate minore cappuccino canonizzato santo della Chiesa Cattolica nel 2002: per esempio, il frate pugliese sarebbe apparso in bilocazione sostitutiva di don Rodolfo, allora gravemente malato e prossimo a morire, per dispensare consiglio e incoraggiamento a un seminarista con spirito missionario, recatosi a Pellaloco per incontrarne il parroco. Il giovane, trovandosi nella chiesa del paese, in effetti credette di parlare appunto con questi; ma a tempo debito poté comprendere che proprio Padre Pio si era invece rivolto a lui.

In un’altra occasione, tuttavia, un giovane di Pozzolo di Marmirolo, paese sul Mincio, vide per la strada che portava al proprio paese don Rodolfo, con le braccia aperte: risultò però provato che il sacerdote non poteva essere in quel luogo; stavolta era dunque don Rodolfo a sembrar manifestare il carisma della bilocazione...

Anche una signora bresciana, moglie di uno dei maggiori benefattori per la costruzione del Villaggio Santa Rita, racconta parecchi episodi nei quali non solo avrebbe fatto esperienza in prima persona della bilocazione di don Rodolfo, ma anche da racconti del prete stesso ne avrebbe intuito il dono.

Ma don Rodolfo sembra aver compiuto, nel modo consueto, segni straordinari anche dopo la sua morte; ad esempio, una signora del mantovano, in pena per il figlio caduto gravemente ammalato in due occasioni, afferma di essere sempre andata a chiedere soccorso sulla tomba di don Rodolfo: entrambe le volte, rientrata a casa, ricevette comunicazione telefonica dall’ospedale annunciante che il figlio era già guarito. Don Rodolfo è perciò creduto ancora oggi in grado di soccorrere chi ricorre a lui, come può constatare chi ne visita la tomba venerata a Pellaloco.

L’epistolario tra don Rodolfo e don Vasco Giuseppe Pirondini attesta che i due, in più occasioni, citano il frate e vi viene esplicitato, ad esempio, che un indemoniato sarebbe stato liberato probabilmente a Pellaloco, anziché a San Giovanni Rotondo. 

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