Santità e Aneddoti

L’opinione di santità del sacerdote

Don Rodolfo era un uomo eccezionale, un «santo», si direbbe. Don Rodolfo era «il mago», un uomo straordinario. Faceva cose inspiegabili, impossibili alla gente ‘normale’.
Don Rodolfo mostrava di sapere in anticipo i peccati di chi intendeva o non intendeva confessarsi; a volte faceva tornare al posto chi, in coda per ricevere l’eucaristia, non aveva voluto confessarsi per tempo.

Prevedeva, in una sorta di premonizione, gli avvenimenti; capitava perciò che uscisse di chiesa esattamente nel momento in cui sapeva – inspiegabilmente per chiunque – che qualcuno stava venendo da lui: e si disponeva come ad aspettarlo.

Benediceva molto, ma all’occorrenza attaccava con veemenza le persone che lo avversavano con cattiveria, preannunciandone talvolta una brutta fine.

Come pochi preti, esercitava l’umile – e in molti sensi rischioso – ministero dell’esorcista: in molte testimonianze dunque lo si trova impegnato nell’aiuto a persone vessate dal maligno o oggetto di malefìci operati mediante contatto diretto della vittima con un oggetto portatore del male. Questi oggetti possono essere i più vari, così coltelli come piume, ed erano stati posti magari nei cuscini o sotto il materasso del dormiente. Don Rodolfo consigliava di bruciarli o farli bollire.

Verso quelli che credevano nella misericordia di Dio, don Rodolfo era a sua volta misericordioso e, in caso di malattia o altra avversità, prometteva loro la guarigione, la liberazione dalle sofferenze fisiche o dalle calamità naturali. Le promesse – a dire dei soggetti interessati – venivano mantenute. Spesso, in campagna, i parassiti aggredivano le piantagioni, oppure i topi infestavano case e rimesse; allora don Rodolfo recitava le sue preghiere e presto tutto tornava alla normalità.

In moltissimi gli richiedevano guarigioni per i propri cari e perciò portavano in sacrestia, dove i fedeli erano ricevuti, indumenti e biancheria degli ammalati, affinché egli benedicesse col suo tocco: la guarigione sarebbe stata constatata immancabilmente al ritorno a casa.

Non vantava meriti per questi fatti straordinari, né chiedeva soldi: «non ha mai chiesto un centesimo», dicono. Tutto ciò che compiva, diceva essere merito di Santa Rita, la ‘Santa degli impossibili’, che tanto faceva amare e venerare dalla gente del luogo. Don Rodolfo ha compiuto molti miracoli con l’aiuto di Santa Rita, se non piuttosto Santa Rita con l’aiuto e per mezzo di don Rodolfo, ma è certo che nell’opinione dei fedeli essi appaiono stretti collaboratori.

Aneddoti

Le testimonianze e i ricordi che circondano la figura di don Rodolfo sono arricchiti dal racconto di molti episodi che ne esemplificano l’eccezionalità della figura di uomo e sacerdote. Qui di seguito se ne elencano solo alcuni.

Curioso è il racconto che, essendo don Rodolfo costretto temporaneamente ad allontanarsi in calesse da Pellaloco a causa di sospetti di natura religiosa e avversioni politiche, il cavallo si impuntasse tanto che egli, felice, dovesse giocoforza rimanere nel suo amato paesello.

In un’altra occasione, invece, pare che i parrocchiani, invitati da don Rodolfo ad abbandonare le idee comuniste, per mandare via i prelati che erano venuti a portar via don Rodolfo da Pellaloco, avessero brandito i forconi dicendo: «O voi andate via o inforchiamo voi e la macchina».

Ma qualche avversario politico era rimasto anche a Pellaloco e dunque l’aneddotica sfiora anche questo aspetto. Si racconta allora che dei comunisti che lo avevano schernito, passarono poi il resto della giornata, su divertente premonizione del prete stesso, a smaltire un’impellente dissenteria.

Altri racconti mostrano don Rodolfo all’azione in frangenti drammatici. Così un giorno, grazie alle sue doti di preveggenza, il sacerdote uscì sul piazzale ad aspettare un parrocchiano che per rancore si apprestava a colpirlo a tradimento. Don Rodolfo lo anticipò smascherandolo e persuadendolo che era meglio non tirasse fuori l’arnese contundente che portava con sé. L’uomo scoppiò in pianto, pentito.

Quando invece durante una celebrazione liturgica, un altro paesano levò la voce per calunniarlo pubblicamente, don Rodolfo gli profetizzò che la sua sorte sarebbe stata di morire con la bava alla bocca. Dopo non molto tempo, lo sventurato finì in manicomio, dove morì nello stato preannunciato.

Si tramanda ancora un gustoso episodio di quegli anni: nelle campagne del paese delle giovani mondine lavoravano per conto di un ricco proprietario, il quale assai si compiaceva di vederle in risaia con le sottane alzate alla coscia; le donne se ne lamentavano dunque con il parroco. Ne seguì, a smorzare le prurigini del padrone, un’invasione di cavallette sulla risaia, la quale nessuno dubitò fosse stata richiamata da don Rodolfo!


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