Pellaloco, oggi circa duecento abitanti (ma il doppio prima della II Guerra Mondiale), è una frazione sparsa del Comune di Roverbella, provincia di Mantova, in Lombardia. Il paesaggio era (e resta) eminentemente agricolo, e la stragrande maggioranza degli abitanti erano contadini. Allora invece trovavano lavoro a Pellaloco come mondine un centinaio di donne nei mesi estivi.
Il paese, come oggi, era costituito da tanti altri agglomerati con i loro nomi storici: Malvezzo - Scole vecie - Nogare - Pioppa - Ghetto - Cason - Pila - Pavesa - Casalino Cave - Colonne.
Le strade di allora erano tutte bianche di polvere d'estate e dissestate e piene di fango durante l'inverno.
Durante l'estate questi percorsi erano frequentati, oltre che dalle decine di mondine e braccianti, anche da innumerevoli carri trainati da cavalli o buoi che portavano prodotti ai fienili o ai magazzini della Corte. Canali correvano paralleli alle cavedagne, gonfi d'acqua durante l'estate (questi canali erano ricchi di pesce e di rane, che rappresentava alimenti quasi quotidiani). Diventavano efficienti vie di trasporto mediante barche, durante la raccolta del riso in autunno. Infatti, i terreni a risaia non avrebbero consentito il carico dei covoni sui carri, i mezzi e gli animali da traino sarebbero sprofondati nel fango. Ecco allora che questo reticolo di canali diffusi su tutto il territorio, diventavano facili e comode vie di traffico.
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